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sabato 23 ottobre 2010

UCCIO ritorna all'isola dei morist

Dormire? Faceva in fretta re Nettuno a consigliare di riposare ma Uccio non ci riusciva proprio con i mille pensieri che gli giravano in testa ...non vedendolo ancora ritornare i suoi genitori e tutti i morist cosa pensavano? ... la grande chiazza nera che si vedeva all'orizzonte quando lui era partito aveva già raggiunto la sua isoletta? ... ed allora come potevano i suoi simili procurarsi i pesci se questi erano ormai tutti morti a causa dell'inquinamento?...
Molto probabilmente poi doveva essere piombato in un sonno profondo perchè ad un certo punto sentì Ghina che diceva "Forza svegliati, sono già arrivati tutti e dobbiamo partire ... al momento ci dobbiamo separare ma ci ritroveremo tutti al più presto nella nuova terra".
Nel debole chiarore che precede l'alba Uccio vide che l'isoletta era circondata da migliaia di creature: tartarughe dalle svariate dimensioni, una moltitudine di cavallucci marini ed una carovana di cocchi trainati dai delfini.
Uccio salutò commosso la sua amica tartaruga che, messasi alla guida di tutte le sue compagne, si stava dirigendo verso il luogo dove vivevano gli scavator.
Intanto Laila, la sirenetta dai rossi capelli, stava impartendo le ultime istruzioni ai delfini e poi partì per andare a recuperare gli escalator.
Quindi Uccio raggiunse la sirenetta Leira in groppa a Cavi che si mise alla guida di tutti i cavallucci marini ed il loro gruppo fece rotta verso l'isoletta dei morist.
Uccio non immaginava neanche quanto distasse ed in che direzione dovessero dirigersi, si ricordava di essere partito con il calare delle tenebre in cerca di un luogo più sicuro per il suo popolo e di avere nuotato sino allo stremo delle sue forze e poi, quando credeva ormai di non farcela proprio più, si era issato su di un provvidenziale scoglio. Al suo risveglio si era accorto che quello scoglio era invece il dorso di una tartaruga e precisamente quello di Ghina che era subito diventata una cara ed indispensabile amica.
Cavi aveva ricevuto istruzioni più che dettagliate sul percorso da re Nettuno e quindi procedeva tranquillamente ma durante il tragitto dovettero fare una deviazione per non imbattersi nella famigerata chiazza nera.
A quella vista Uccio divenne sempre più impaziente perchè aveva paura di non poter arrivare in tempo a salvare il suo popolo e quindi iniziò a muoversi nervosamente tanto che Leira ad un certo punto fu costretta a dirgli di calmarsi se non voleva finire in acqua.
All'improvviso ecco all'orizzonte profilarsi la sua tanto amata isoletta e, tra gli scogli, l'agitarsi festoso dei tentacoli arancioni di tutti i suoi amici, accompagnato da uno strano suono.
Come avevano fatto a sapere che sarebbe arrivato? perchè nessuno aveva paura del pericolo che poteva arrivare dal cielo?
Dopo un caloroso abbraccio a papà Mos, a mamma Ina ed un saluto generale a tutti i suoi sudditi gli spiegarono che un cavalluccio marino li aveva preceduti avvertendoli non solo del suo ritorno ma di tenersi pronti per lasciare definitivamente l'isola. Re Nettuno aveva anche inviato un nutrito gruppo di pesci trombetta che, emettendo in continuazione quello strano suono, tenevano lontano il grande pericolo che poteva arrivare dal cielo.


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3 commenti:

  1. Non vedo l'ora di sapere come va a finire! :-)
    Sarò anche cresciuta ormai per le favole, ma in fondo rimango sempre una gran sognatrice :-)

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  2. GRAZIE, GRAZIE Uapa per seguire così assiduamente il mio blog ... anche a me le favole piacciono molto e appena ne ho la possibilità le leggo ... molte volte addirittura compro i librini alle nipotine perchè so che poi tocca a me doverle leggere...

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  3. Ciao Anna, è molto avvincente questa lunga avventura di Uccio!!!

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