Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per ricordare le vittime dell’Olocausto
e fare riflettere su quanto accaduto nella Seconda Guerra Mondiale
Il 27 gennaio del 1945 l’armata russa varcò i cancelli di Auschwitz,
il campo di concentramento divenuto negli anni il simbolo dell’Olocausto
e le sue truppe scoprirono per la prima volta le camere a gas e i forni crematori in cui venivano bruciati i corpi delle persone uccise.
Nonostante gli uomini delle SS avessero cercato in tutti i modi di nascondere le prove dei loro crimini, facendo esplodere alcuni edifici, l’orrore di ciò che era accaduto fu sotto gli occhi di tutti e venne alla luce, in tutta la sua devastante tragicità.
Nella struttura erano presenti circa 7 mila prigionieri, in fin di vita, di cui la maggior parte erano bambini, sopravvissuti solo perché utilizzati come cavie per alcune ricerche mediche.
Così tutto il mondo scoprì l’orrore che era stato compiuto dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e imparò a fare i conti con parole come Shoah e Genocidio.
Le testimonianze dei superstiti ce l’hanno raccontato e gli studiosi hanno provato a dare un senso a quel male oscuro che si scatenò contro gli ebrei e contro tutti gli “indesiderabili” che hanno perso la vita nel genocidio.
Secondo alcuni dati diffusi dall’US Holocaust Memorial Museum nel campo di concentramento polacco morirono oltre 960 mila ebrei, 21 mila rom, 74 mila polacchi, 15 mila prigionieri sovietici e 10 mila di altra nazionalità.
Per evitare che una simile tragedia si ripeta bisogna continuare a preservare la memoria di ciò che è accaduto, onorando le vittime e imparando dal passato.
Ma ricordiamo anche che il Giorno della Memoria deve essere 365 giorni all'anno
Orrore, orrore, orrore !
RispondiEliminaRicordi indelebili nella mente di mio nonno, raccontati con ferma dolcezza ad una bambina di sette anni, io. Questo e la sua convinzione a farmi visitare, senza lui, troppo doloroso, la riseria di San Saba. E ancora qualcuno nega l'esul'esis di tutto ciò, le mie figlie sconvolte da questi 'adulti' negazionisti hanno visitato con noi Oswecim e tutto ciò che lo circonda, tutto, portando con loro il ricordo di cioche hanno visto e sentito raccontare dalle guide. Perché dimenticare e perdere un pezzo di sé e del mondo. Eppure continuiamo come esseri umani a restare su queste strade...
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