l'art. 727 del cod. penale dichiara che chiunque abbandona animali domestici
o che abbiano acquisito abitudini della cattività
è punito con l'arresto fino a un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Eppure ancora tristemente leggo che la brutta piaga dell'abbandono degli animali
si ripresenta più che mai in questo periodo che dovrebbe essere di vacanze
ma vacanze per tutti i componenti della famiglia, animali compresi!
per chi non l'avesse letta o volesse rileggerla
ecco una favola che dovrebbe far riflettere
PINGO e PONGO amici inseparabili
La piccola Esmeralda aveva insistito molto per avere un cane ed aveva promesso a più riprese che se ne sarebbe presa cura lei e, continuava a dire, che con un simile compagno di giochi non si sarebbe più annoiata durante le lunghe assenze dei genitori.
Così, per il suo compleanno questi le avevano regalato Pingo un tenero cucciolotto bianco e nero.
Il cagnolino si era subito affezionato alla bambina e la seguiva ovunque scodinzolando felice.
Esmeralda era contenta di avere trovato finalmente un compagno di giochi che faceva sempre e solo cosa lei voleva.
I genitori, sempre presi nei loro molteplici impegni, vedevano di buon occhio quell'amicizia convinti di avere trovato finalmente qualcosa a cui la piccola dedicasse così tanto tempo.
Con il passare dei giorni l'entusiasmo iniziale per il nuovo "gioco" incominciò a scemare. Ad Esmeralda dava fastidio che le sue amiche dedicassero tanta attenzione a Pingo...quasi mettendo lei in secondo piano.
Inutilmente il cucciolo la seguiva fiducioso e le si buttava ai piedi alzando le zampette per invitarla a fargli qualche coccola ma... lei incominciò addirittura a scacciarlo scocciata.
I genitori, per cui il cagnolino era stato solo un ulteriore impegno in più, iniziarono ben presto ad essere seccati nel sentire le molteplici lamentele di Esmeralda.
Con il giungere della bella stagione ripresero la loro abitudine di fare delle piccole gite fuori porta ed il cagnolino era...un inconveniente!
Non in tutti i posti era possibile portarlo così iniziarono a lasciarlo solo in casa per diverse ore e poi addirittura per intere giornate.
Un sabato si alzarono tutti presto perché c'era in programma di andare ad un maneggio dove finalmente Esmeralda avrebbe potuto provare a cavalcare... la sua ultima passione... dopotutto anche una sua amica lo faceva già!
Durante il tragitto a Pingo venne voglia di fare la pipì perché quella mattina, nell'entusiasmo della partenza, nessuno si era ricordato di portarlo fuori. Lui da bravo cagnolino non voleva assolutamente sporcare in macchina quindi iniziò a guaire per farsi capire. Di rimando Esmeralda incominciò a reclamare perché il cane le dava fastidio con i suoi lamenti.
La mamma, che era già un pochino arrabbiata per la levataccia, ci aggiunse i suoi rimbrotti.
Il papà, dopo aver chiesto a più riprese di essere lasciato tranquillo perché altrimenti non riusciva a concentrarsi sulla guida, frenò in una piazzola e scaricò il cagnolino.
Pingo corse subito vicino ad un cespuglio ma, aveva appena alzato la zampetta, quando sentì la macchina ripartire a razzo. Rimase stranamente stupito ma poi si pose pazientemente seduto ad aspettare vicino al bordo della strada.
Passarono le ore e lui iniziava ad avere sete e fame ma non osava certo spostarsi per cercare qualcosa...era sicurissimo che tra le varie macchine che gli sfrecciavano davanti senz'altro tra un pochino sarebbe arrivata anche quella dei suoi padroni.
Quando ormai il sole era molto alto nel cielo e, ormai stanco, si era accucciato a terra, vicino a lui giunse un altro cane che gli disse: "Rassegnati, non torneranno più".
Pingo in un primo tempo pensò di essersi appisolato e di aver sognato perché non lo aveva proprio sentito arrivare.
"No, sono certo che torneranno..." gli rispose "Esmeralda mi vuole troppo bene. Certamente non si sono accorti che io non sono risalito in macchina e quando lo scoprono verranno a prendermi".
"Anch'io la pensavo così..."continuo Pongo, l'altro cane "ma dopo aver aspettato per diversi giorni sul bordo di questa strada e aver rischiato più volte di finire sotto una macchina ho incominciato a pensare a tutti i piccoli cambiamenti nel comportamento del mio padrone negli ultimi tempi..."
"No, no, tu non puoi capire..."iniziò tutto infervorato Pingo "la mia padroncina si addormentava solo se la mia cestina era vicino al suo letto e la mattina, addirittura, divideva la sua colazione con me"
"Anche a me succedeva così in un primo tempo..." replicò con voce triste Pongo "poi però le cose, poco per volta, sono cambiate e adesso mi ritrovo qui da diversi mesi. Finalmente sono di nuovo contento perché ho trovato qualcuno con cui dividere le mie giornate. Dai vieni con me mi sono trovato un riparo niente male ai piedi di una grande quercia ed ho imparato addirittura a procurami il cibo da solo".
Dopo aver tristemente guardato ancora nella direzione in cui era sparita la macchina dei suoi padroni, Pingo si affiancò a Pongo e con lui raggiunse l'ombra ristoratrice dell'albero.
Da quel giorno non si lasciarono più e, ogni tanto, tornano entrambi sul bordo della strada per vedere se eventualmente i loro rispettivi padroni ci hanno ripensato.